LEONARDO DA VINCI LA “VERGINE DELLE ROCCE” NELLA VERSIONE CHERAMY: LA SUA STORIA E FORTUNA CRITICA

CARLO PEDRETTI

Con l’assistenza di
SARA TAGLIALAGAMBA

L’esistenza di una versione dimenticata della Vergine delle Rocce, realizzata sotto la supervisione di Leonardo da maestri o allievi a lui associati, e subito ricondotta ai due quadri conservati al Musée du Louvre a Parigi e alla National Gallery di Londra, fu accertata attorno al 1845 a seguito della scoperta da parte del pittore neoclassico Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867). Entrambi i dipinti della Vergine delle Rocce di Parigi e Londra hanno goduto di una considerevole fortuna iconografica che ha visto replicare il soggetto in copie fedeli, repliche e riprese libere. Sia per la prima sia per la seconda versione si contano, al momento, circa una trentina di riproduzioni che attestano come il soggetto fosse evidentemente molto richiesto e quindi molto apprezzato sia in Italia che in Francia, anche se da un punto di vista stilistico – a parte alcune eccezioni – molto spesso si registra una perdita di qualità rispetto ai modelli originari da parte dei maestri lombardi che realizzarono, in molti casi, solo ripetizioni sterili di poco conto e copie di copie prive dei canoni leonardeschi. Il gruppo forse più interessante è costituito dalle riproduzioni derivate dalla Vergine delle Rocce del Louvre sia che queste furono tratte dall’originale oppure, come ipotizzato, da cartoni o disegni. Tra queste, la
versione Cheramy si presenta come una delle versioni più fedeli. Il libro si compone attorno tre parti distinte precedute da una introduzione di Carlo Pedretti che parte che ha l’obiettivo di fare il punto della situazione sul prototipo Cheramy con una sezione dedicata al padre della cinematografia mondiale, Sergei M. Eisenstein. La prima parte di Sara Taglialagamba ripercorre le vicende delle commissioni a Leonardo delle due versioni della Vergine delle Rocce adesso al Musée du Louvre a Parigi e alla National Gallery di Londra a cui si aggiunge una appendice documentaria che riunisce per la prima volta tutti i documenti relativi alla delicata vicenda delle due commissioni, per poi passare alla parte che ricostruisce le vicende del dipinto con due approfondimenti sui restauri e sulle altre copie di derivazioni provenienti dalla versione di Londra. Segue poi una seconda parte a doppia firma di Carlo Pedretti con Il dipinto Cheramy nella mostra promossa dal Re
di Svezia [edito nel 1983] e di Gabriella Ferri Piccaluga con Σοφία [edito nel 1994] che offre un interessante sguardo sulle teorie immacoliste e amadeiste del tempo che avrebbero influenzato l’iconografia del soggetto in modo considerevole. La terza parte è occupata dalla scheda di catalogo di Giovanni Morello che fa il punto sulla presenza della versione Cheramy in tre recenti mostre promosse dal Vaticano.

Categoria: Product ID: 922

Descrizione

CARATTERISTICHE TECNICHE

Formato: 24 x 28 cm
Pagine: 192
Illustrazioni: Immagini a colori
Lingue: Italiano e Inglese (bilingue)
Prezzo: € 68,00
ISBN: 978-88-97644-53-8